mercoledì 12 aprile 2017

Notturno di Chopin










"Notturno di Chopin" è il terzo romanzo dello scrittore bolognese Bernardino Maria Serenari, dopo "Mal(e) d'Africa" (Aracne Editrice - 2014) e "La Dea Bendata" (Persiani Editore - 2015)
E' pubblicato dal Amazon - Kindle Textbook Creator.








Interpretare e comprendere in maniera il più possibile obiettiva questo mio nuovo romanzo "Notturno di Chopin" potrebbe, forse, risultare non facile. Più esattamente, intendo dire che il lettore potrebbe non cogliere esattamente il significato che ho inteso dare alla storia narrata, se dovesse leggerlo in maniera superficiale. È quindi necessario che egli valuti, con molta attenzione, ogni singolo episodio narrato, in modo da poter veramente entrare nella mente di Leonardo, il protagonista, e comprenderne fino in fondo le forti emozioni e la forte sensibilità, già evidenti fin dalla sua prima adolescenza.
In un certo senso, il lettore dovrebbe immaginare di essere nei panni di uno psicoanalista, che si trovasse ad ascoltare le confidenze di un giovane ragazzo, molto sensibile ed estremamente romantico, che quasi ritrova nella sua tristezza un piacere.
Il romanzo racconta la breve, ma intensa vita di Leonardo Romagnoli, che a soli vent’anni, nel 1971, è già un famoso pianista e un grande interprete della musica di Chopin.
In Leonardo, il piacere che prova nel suonare è estremamente erotico, non meno di quello che gli deriva da un’eccitazione sessuale. Di fatto, in questo mio romanzo c’è molto erotismo, che ho cercato però di descrivere in maniera il più possibile raffinata e poetica, ma si sa che a vent’anni l’erotismo è fatto anche di sesso concreto.
È difficile per un autore parlare di sesso, senza cadere nel racconto banale e nella volgarità, ma credo di esserci riuscito in maniera elegante, da non scandalizzare nessuno!
Nel protagonista Leonardo, l’erotismo, così forte, profondo e romantico, si sviluppa in due direzioni parallele, che spesso s’intersecano, divenendo complementari tra loro, ovvero suonare il pianoforte e godere di un corpo maschile, il proprio e quello del suo giovane amante Gabriele.
Leonardo Romagnoli, fin dal tempo delle scuole elementari, quando lui è ancora bambino, soffre di solitudine, di tristezza e di un’esagerata sensibilità. Sente di essere timido, incompreso, estremamente romantico. A dieci anni si accorge che la musica classica gli trasmette emozioni molto forti, che gli creano piacere. È quello stesso piacere, che già anche la visione di un corpo nudo maschile gli provoca. A soli dodici anni conosce l’autoerotismo e scopre il gusto della masturbazione, dopo un approccio sessuale, proibito e segreto, con un adulto.
Da quel momento, la sua vita si racchiude sempre più su sé stessa, così che il suonare il pianoforte e le eccitazioni sessuali diventano l’unica forza in grado di dargli, in un certo senso, la vera spinta per proseguire.
A vent’anni, Leonardo si ritrova a essere uno dei migliori pianisti del mondo. Acquista una casa a Parigi e si trasferisce a vivere in quella città. Il difficile rapporto d’amore con Gabriele, che era emigrato in Brasile con la sua famiglia, non viene distrutto, ma quando finalmente Gabriele decide di rientrare in Europa per vivere a Parigi con lui, avviene l’irreparabile. Gabriele muore, a causa di uno stupido e banale incidente stradale.
Per Leonardo è veramente la fine! Ha solo ventidue anni. Gabriele era stato il suo unico, grande amore e la sua morte provoca in lui uno strappo lacerante. Leonardo aveva sempre vissuto di emozioni forti, che soltanto il suonare il pianoforte e l’amore, anche fisico, con Gabriele, gli procuravano. Un’innata e fortissima carica erotica, fin da quando era bambino, che gli era necessaria, quanto l’aria che respirava, per poter suonare così intensamente il pianoforte. Lui cade in una profonda crisi depressiva, vuole restare da solo e soprattutto non vuole più suonare il pianoforte, che nel momento stesso in cui aveva appreso della morte di Gabriele, aveva richiuso con violenza, gridando a sé stesso "non potrò mai più suonarlo!"
Dopo circa un mese, una sera Leonardo crede di rivedere Gabriele vivo e sorridente, seduto sul divano del salone. Improvvisamente sente la voglia e il desiderio di ritornare a suonare.
Suona il Notturno n.21 di Chopin (il Notturno che dà il titolo al libro) e poi il triste Notturno n.20. Consapevole che si era trattato solo di una visione, con la mente annebbiata e con un dolore atroce, che sente nel corpo e nell’anima, riesce a suonare quest’ultimo Notturno, fino all’ultima nota, leggerissima, sottile, finale e poi, immediatamente dopo, si accascia con il volto e con le mani sulla tastiera del suo pianoforte.
Ufficialmente la sua morte sarà stata causata da un collasso cardiaco, un infarto, mentre lui stava suonando nella sua casa di Parigi, ma forse, probabilmente, si era trattato di un suicidio.

La sua prematura morte è dovuta. Il lettore capirà, leggendo il libro, che dietro a Leonardo ci sono io autore, che racconto un pò di quell’altra mia vita che in realtà non ho vissuto e che quindi, proprio io, ho voluto e dovuto interrompere, far finire, annullare, prima del tempo. Questo, perché non l’avrei poi vissuta! Come, se quella di Leonardo, la vita di Leonardo, non fosse stato altro che un mio sogno, un bel sogno, ma si sa che i sogni finiscono, svaniscono, s’interrompono sempre sul "più bello". I sogni ci lasciano stupiti, a bocca aperta e non ritornano più. La conferma è nel brevissimo epilogo, al termine dell’ultimo capitolo, che è parte integrante del libro e che lo conclude.
I fatti accaduti, nella breve vita di Leonardo, sono una mescolanza di fatti veri e non veri, alcuni dei quali appartengono a lui e altri invece appartengono a me, che sono l’autore. Ma il confine tra la finzione e la realtà è molto sottile. Io stesso, spesso, mi chiedo se davvero io sia sempre Bernardino Maria Serenari, o non piuttosto, alcune volte, Leonardo Romagnoli!

In alcuni momenti del racconto, alcuni brani musicali fanno parte del racconto stesso. In un certo senso, sono proprio parte integrante del testo. Ecco perché invito il lettore a interrompere la lettura, ogni qualvolta è citato un brano musicale, e possibilmente passare all’ascolto dello stesso, con la speranza che egli possa percepire, almeno in parte, le emozioni provate dal protagonista Leonardo.
"Notturno di Chopin" è in sostanza un libro non solo da leggere, ma anche da ascoltare! Parole e note che possano in un certo senso mescolarsi insieme, ricreando quella stessa atmosfera così particolarmente romantica, ma al tempo stesso malinconica e suggestiva, in cui si è consumata la breve vita di Leonardo Romagnoli.


Bernardino Maria Serenari



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